Dal Vangelo secondo Matteo (5, 20-22a.27-28.33-34a.37)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Io vi dico: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli.
Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non ucciderai; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio”. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio.
Avete inteso che fu detto: “Non commetterai adulterio”. Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore.
Avete anche inteso che fu detto agli antichi: “Non giurerai il falso, ma adempirai verso il Signore i tuoi giuramenti”. Ma io vi dico: non giurate affatto. Sia invece il vostro parlare: “sì, sì”, “no, no”; il di più viene dal Maligno». Parola del Signore
Se vuoi osservare i suoi comandamenti, essi ti custodiranno; se hai fiducia in lui, anche tu vivrai… Ci parla di leggi. La parola di oggi. La scala di casa, una mano con i sacchetti per la spesa, nell’altra un pacchetto, si spegne la luce improvvisamente, un gradino mezzo sbagliato, impossibile non allungare una mano e appoggiarsi un istante al corrimano della scala. Ecco la legge. Se la scala può essere paragonata alla vita, il corrimano è la legge. Una scala che sale per quattro piani, per quanto ben fatta e spaziosa, ma senza corrimano, è pericolosa, basta una svista, un gradino scivolato, un attimo di buio e la scala diventa mortale. Il corrimano non è la scala, non può prendere il posto della scala, ma è importante perché difende dalla caduta per terra.
Lungo la scala della vita ogni popolo si dà le sue leggi, i suoi riferimenti, le sue convenzioni sociali. Anche il popolo d’Israele ha la legge, la Torah. E’ una legge che abbraccia, difende, illumina in perfetto equilibrio la ricchezza di tutti gli uomini. Il discepolo di un rabbino ebraico che non riusciva più a dormire, chiese al suo maestro: “Quando termina la notte?
La Torah nasce da due rami dello stesso fiume. Il primo ramo, Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutte le tue forze, il secondo ramo, Amerai il prossimo tuo come te stesso. Da questi due fiumi discendono le dieci Parole, i dieci comandamenti. I primi tre, sono le leggi che riguardano il comportamento nei riguardi di Dio. Gli altri sette, che compendiano il comportamento tra gli uomini. E’ ovvio — come più volte dice Gesù nel vangelo — che nel cammino di questo popolo ci siano state aggiunte e sovrapposte indicazioni del tutto umane, frutto di interessi politici ed economici. Ecco allora che Dio Padre buono ci ha donato per la scala della vita il corrimano più evoluto che ci sia. Ci ha donato una legge piena, armoniosa, che rigenera, difende, ama la vita.
Non crediate che sia venuto per annullare la legge o i profeti; non sono venuto ad annullare, ma a compiere. Gesù è il compimento di questo straordinario cammino educativo voluto dal Padre per il bene dei suoi figli. Ora la legge, il comandamento nuovo, è Gesù stesso e la sua Parola, il suo vangelo. Una scala nuova, una nuova scala di valori, di indicazioni, di orientamenti divini che ha i suoi luminosi gradini nelle Beatitudini. Qui ritroviamo la radice della vita buona, bella. Qui impariamo a “respirare” con Gesù. “Avete inteso che fu detto… ma io vi dico“. “Fu detto agli antichi… ma io vi dico“. Gesù che cosa fa? Non cancella la tradizione, ma le dà nuovo respiro, ne dilata l’orizzonte, ne scopre l’anima profonda. Tradizione significa “consegna“: ti viene consegnato qualcosa e tu ricevi e dai nuovi sviluppi. Spesso, noi invece diamo una interpretazione immobile della tradizione: “Si è sempre fatto così” diciamo. Una visione fissista della tradizione, che ci rende irrimediabilmente, implacabilmente, “tradizionalisti”. Chi onora veramente la tradizione? Non chi la immobilizza, ma chi le dà sviluppi. Onora la tradizione, ma non ne rimane prigioniero. Un insieme di antico e di nuovo. Agli antichi fu detto: «Tu non ucciderai»; ma Gesù dice: «Chiunque si adira», cioè chiunque lascia prendere dal rancore, è già omicida. Cioè: chi non ama uccide. Perché ho dentro una risorsa d’amore per il fratello e io la blocco, privo il fratello di quello di cui avrebbe bisogno e gli faccio mancare una risorsa di vita. Il “ma io vi dico” di Gesù: non per umiliare, ma per perfezionare, per stimolare. Per Gesù il però non significa disprezzare il passato, ma amarlo e così far splendere in pieno il bene che già c’era. Gesù ci ama troppo per lasciarci incompleti. Vuole il meglio in noi. Ma io vi dico. Gesù entra nel progetto di Dio, non per rifare un codice, ma per rifare il coraggio del cuore, il coraggio del sogno di Dio in noi.
se hai fiducia in lui, anche tu vivrai.
Egli ti ha posto davanti fuoco e acqua:
là dove vuoi tendi la tua mano.
Davanti agli uomini stanno la vita e la morte,
a ognuno sarà dato ciò che a lui piacerà.
Grande infatti è la sapienza del Signore;
forte e potente, egli vede ogni cosa.