+ Dal Vangelo secondo Luca (Lc 21,25-28.34-36)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte.
Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria.
Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina.
State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso; come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere, e di comparire davanti al Figlio dell’uomo». Parola del Signore
“Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura…” Sembra che il mondo venga distrutto: nonostante le spine, Dio preferisce sempre la rosa, la farfalla dentro il bruco, la perla nell’ostrica, il fico dentro la gemma.
Avvento, tempo delle madri e degli agricoltori: solo chi ama sa attendere. C’è una bella immagine nella lingua tedesca, in alcune regioni, per dire che una donna è incinta: si dice che è in speranza (in der Hoffnung), tutta protesa all’evento che cambierà la sua vita e quella della sua famiglia. Altrettanto si può dire dei cristiani: si dice che sono in Avvento. In attesa loro stessi di una nuova nascita. E’ il tempo che prepara nascite, il tempo di Maria nell’attesa di dare alla luce Gesù, tempo delle donne: solo le donne in attesa sanno cosa significhi davvero attendere.
Dio ci stana, ci prende per mano, ci consola e ci porta fuori. Tutti fuori, per alzare lo sguardo, come ai tempi di Abramo e delle stelle da provare a contare: «Risollevatevi, alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina». Lui, genio degli sguardi. «Qualsiasi sciocco può contare i semi in una mela. Solo Dio può contare tutte le mele in un seme» (R. Schuller). Lui, esperto di occhi invita: “Guardare in alto con gli occhi in basso”. In basso: «Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle: sulla terra angoscia di popoli in ansia». Terremoti, calamità tempeste e mari in tempesta. In alto: «Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina». Libertà, abbracci, oceani di tenerezza. L’alto, guardando il basso: capriole per occhi è l’invito del vangelo. Ci sbatte amorevolmente fuori per farci alzare il capo: fuori per ficcare il naso dentro la storia di quaggiù, la nostra piccola e indifesa storia quotidiana. Per scoprire, con il suo sguardo, che dentro la miseria c’è anche dell’altro. Proprio dentro, non altrove, non fuori, non al di là. No dentro, mescolata con la miseria più cupa.
«In quei giorni e in quel tempo farò germogliare per Davide un germoglio giusto, che eserciterà il giudizio e la giustizia sulla terra» (Geremia). Il Vangelo ci prende per mano, ci porta fuori dalla porta di casa, a guardare in alto e vedere la vita che sboccia. Una vita che soffre, si contorce come una partoriente (Is 13,8), ma per produrre vita. Il presente porta nascite nel grembo.
Il Vangelo d’Avvento ci aiuta a non smarrire il cuore, a non appesantirlo di paure e delusioni: «state attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano». Ci sarà sempre un momento in cui ci sentiamo col cuore pesante, scoraggiati.
Ma occorre vigilare, ammonisce Gesù nel Vangelo di oggi. Le dissipazioni, le ubriachezze e gli affanni della vita possono impedirci di vedere, impedirci di vivere. Fare ATTENZIONE ai segni che Gesù pone! In un mondo in cui siamo costretti alla frenesia, è importante ritrovare un tempo di interiorità. Perché non approfittare di questi giorni per riprendere un quotidiano ritmo di preghiera? Programmare la confessione che libera il cuore ed apre alla gioia?
Possiamo farcela, Dio ci sostiene. Il Vangelo ci insegna a leggere il presente e la storia come grembo di futuro. Scopriremo il germoglio di vita nelle piccole cose quotidiane.
Ancora una volta l’avvento sarà una pulizia dello sguardo perché Dio non ci passi accanto senz’accorgercene: dal primo Natale della storia il vero viaggio di scoperta non è più consistito nel cercare nuove terre ma nell’avere nuovi occhi.
Per cercare Lui. Che già ci stava cercando. Ci vuole bene il Signore, da morire! Gesù è venuto e non si è stancato di venire. Gesù viene anche adesso. Ogni giorno. E allora attendilo.
Credevo che il mio viaggio
fosse giunto alla fine
mancandomi oramai le forze.
Credevo che la strada
davanti a me fosse chiusa
e le provviste esaurite.
Credevo che fosse giunto
il tempo di trovare riposo
in una oscurità pregna di silenzio.
Scopro invece che i tuoi progetti
per me non sono finiti
e quando le parole ormai vecchie
muoiono sulle mie labbra
nuove melodie nascono dal cuore;
e dove ho perduto le tracce dei vecchi sentieri
un nuovo paese mi si apre con tutte le sue meraviglie.
(Tagore, Gitanjali)
don Guido